La mia Bologna
E quindi, amicici, eccomi - dopo 10 anni che scrivo in questo blog, questo spazio della scrittura che ho iniziato ai miei tempi a Bologna - con la mia prima entrata scritta in Italiano. Era ora, lo so...pensandoci, non so perchè come mai solo adesso ci sono arrivato, dopo tutto il questo tempo e dopo tutti gli 13 anni che ho vissuto in Italia, con tante esperienze e ricordi speciali. Forse è per un pò di paura per sbagliare la scrittura, non è così semplice a trasferire i sentimenti della lingua madre in un'altra lingua. Vabbè, questo è il mio blog con le mie parole, sbagliate o no.
Forse sono i colori rustici, ricchi e marrone dell'autunno che mischiano col distinto terracotta dei palazzi storici della città. Come in questo periodo della pioggia stagionale che vai tranquillo camminando sotto i portici. Passando le vetrine di design e mobili moderni, come mi piace come questa città riesce a integrare il moderno in tutto questo storia intorno.
La piazza delle sette sorelle che ti fa portare dietro negli anni, si come tu fossi là con la gente dell'epica, che pare che non sia cambiata mai. Ogni volta che torno non può mai mancare a vedere la Piazza Maggiore - come si fa a non apprezzarla? Mi sentirò un turista per un'eternità per il bisogno di passare per lì, di sedermi un'attimo sulle scale della Basilica. Ma prima devo passare per il palazzo comunale - mi fermavo sempre a guardare le foto in bianco e nero di tutte quelle facce eleganti che hanno dato le loro vita in guerra. Mi tirano di stare là, davanti in silenzio per un minuto come facciamo in Inghilterra ogni Remembrance Sunday a novembre, con il pappavaro nel bavero, il simbolo rosso per i caduti, rosso come Bologna.
Poi dalla piazza mi infilo in Via Pescherie Vecchie con il contrasto di colore della frutta e verdure sotto gli archi di mattoni rossi. E poi con tutto questo colore mi viene da fare una foto in bianco e nero, per rendere più vecchio di una volta, per far vedere quanto carattere ha anche senza colori. Ma forse niente è cambiato in questa via, e spero che rimarrà sempre cosi. Su e giù, non mi stanco mai.
Non mi stancavo mai di portare i miei amici Inglesi sulla torre Agnelli, sulla tortuosa e robusta scala di legno con le sue gradine consumati. Di poter fissare giù sui giardini tetti con una voglia pazzesca di correre e saltare lungo le tegole, stile Parkour, di dirigermi come un falco sopre le arterie di Ugo Bassi, di San Vitale, di Strada Maggiore e di Castiglione mentre tagliano la torta di terracotta andando verso i loro porte respettivi.
I giri in macchina salendo su da Via Murri, costeggiando il centro prima di scendere sui viali, attreverso le porte, vivendo le luci della città. Come amo girare nelle luci della città. Camminare sotto i portici di Via Saragozza tardi di notte, prima dell'alba, tiene sempre un posto speciale dentro di me; c'erano delle volte che non volevo andare a dormire, volevo stare sotto quei portici e avere la notte tutto per me.
E poi il Santuario Madonna di San Luca, l'angelo che guarda giù sulla città ai suoi piedi. Un faro per i Bolognesi che tornano a casa, sia in aereo che dal nord in autostrada. Mi ricordo tante di quelle volte tornando da un appuntamento di lavoro o da una partita di hockey giocata fuori casa nel nord, salendo la cresta dell'autostrada che viene in vista con le sue bracce aperte per dirti, dai, che ci sei quasi. Di nuovo in questo periodo, dopo la pausa estiva, riprendiamo gli allenamenti di hockey al campo in zona Barca, sotto il suo sguardo guardiano, la luce inizia a dare più spazio alla notte andando verso l'inverno.
The summer of love, sì, l'estate è pieno d'amore, però per me l'autunno è un amore a Bologna, la Madonna non è solo un'angelo, ma un cupido che con la sua freccia un'iniezione di amore nelle vene che li attreversa come un' estensione dell'amore che ho per le strada del centro storico.
Lucio Dalla veramente aveva ragione quando cantava che ogni strada c'è una buca; io mi sono trovato perso tante volte in tanti di quei vincoli, solo per trovarmi del tutto e di più ad ogni angolo, in ogni piazza che apriva davanti i miei passi.
Camminando lungo la strada in decesa da la casa di un compagno di squadra dopo un festa, verso la Porta San Mamalo, con il primo luce della domenica mattina, per fare passare la sbornia, la pasta e un capuccino che scalda il cuore prima della lunga dormita durante la giornata, per alzarmi più fresco per l'ora dell'apertivo, quelle sere a Cafè de Paris per finire in bellezza il weekend.
E adesso vivo a Barcellona, una città vivace con tutto per stimolare la testa, che offre tante possibilità, vicino il mare ed un passo dalle montagne, pero Bologna mi manchi, ti penso sempre. Mi hai strappato col tuo pugno un pezzo del mio cuore. Socmel, non ti posso lasciare per sempre, mai.
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English translation:
So, my friends, here I am - after 10 years of writing this blog, this writing space back from my time in Bologna - with my first blog entry written in Italian. It was about time, I know...thinking about it, Idon't know why it took so long to do it, after all this time and all the 13 years I lived in Italy, with so many experiences and special memories. Maybe it was because of being a little scared of making mistakes in writing in Italian, it's not so easy writing about mother tongue sentiments in another language. Well, this is my blog and these are my words, written with errors or not.
Maybe it is the rustic colours, rich and brown like autumn whihc mix with the distinctive terracotta of the historic buildings of the city. Like in this rainy period of the year when you can go without worry walking under the porticos. Passing by design shops and modern designer furniture windows, how I love how this city manages to mix the new with all this surrounding history.
The square of the seven sisters whch takes you back all those years, as if you were there with the people of the time, it seems like it has never changed. Every time I go back I cannot go without seeing the Piazza Maggiore - how the hell can you not appreciate it? I will forever feel a tourist for the need to pass by this square, to sit myself down on the steps of the cathedral. But first I need to swing by the Town Hall building - I always stopped and gazed upon the hundreds of black and white photos of all those elegant faces who gave their lives in the Second World War. They gaze back and pull me in, standing there in silence for a minute like we do in England every Remembrance Sunday in November with a poppy in your lapel, the symbol for the fallen, red like the colours of Bologna.
Then from the main square I pass through in to Via Pescherie Vecchie (Old Fishmonger's street) with its contrasting colours of fruit and vegetables stalls under the arches of terracotta bricks. And then even with all this colour I need to take a photo in black ad white to make it feel older like once upon a time, to prove how much it has even without colour. Maybe nothing has changed in this street, and I hope nothing ever will. Walking up and down, I never grow tired of it.
I never grew tired either of taking my English friends up the Agnelli Tower, up the robust, windy, wooden staircase with its worn down steps. To be able to look down on the rooftop gardens with a crazy urge to run and jump all along them, in a Parkour-style, hovering and swooping like a falcon above the artery streets of Ugo Bassi, of San Vitale, of Strada Maggiore and of Castiglione towards the respective city gates, cutting through the terracotta pie.
Driving around going up from Via Murri, skirting the centre before coming down on to the boulevards, through the old city gates, living in the city lights. I love driving around in the night lights of the city. Walking under the proticos of Via Saragozza late at night, before dawn, will always hold a special place inside of me; there were times when I never wanted to go to bed, I wanted to stay under those porticos and have the whole night to myself.
And then, the Sacred Madonna di San Luca, the sanctuary angel that looks down on the city at its feet. A beacon for the Bolognese people on their way home, whether by plane of by car on the motorway coming south.. I remember so many of those times driving back from a work appointment o a hockey match played away from home to the north, coming over the crest of the motorway to see it in full view with its open arms as if saying, c'mon, you're nearly there. Again in this period, after the summer break, training starts again at the hockey pitch in Zona Barca, under her watchful guardian eyes, daylight giving way to the night as we move in to the winter season.
The summer of love, yes, sumeer is always full of love, but for me autumn is a darling in Bologna. The Madonna is not only an angel, but a cupid, her bow firing and arrow injection of love in to the veins, going through them like an extension of love that I have for the streets of the old city centre.
The famous Bolognese singer, Lucio Dalla, really was not wrong when he sung how every street has a cubbyhole; many times I have gotten lost in those side streets, only to find myself so many things at every corner., in every square that opened up before me.
Walking down the street from my team mate's house after a garden party, towards the old Porta San Mamalo city gate as Sunday dawns upon us, to walk off the drunken stupour with a croissant and cappucino that warms you within before the long sleep-in through the day before getting up fresh and ready for the evening aperitivo, those evenings in Cafè de Paris to the finish the weekend in style.
And now I live in Barcelona, a lively city with so much to offer and so many possibilities, next to the sea and near to the mountains, but Bologna I miss you, I think of you always. You stole my heart in your fist and won't let go. Shit, I can never leave you forever, ever.
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